Il Nocino di San Giovanni è quello che, in casa mia, si chiama anche Nocino delle streghe.
Conosciuto come antico rimedio stomachico (cioè che facilita la digestione e stimola l’appetito), il nocino è un liquore molto conosciuto in Italia, e che ha un’antichissima tradizione che si perde nella notte dei tempi. Le ricette, neanche a dirlo, sono innumerevoli, ma oggi vi presento quella a cui sono più affezionata.
Il “mio” Nocino, ovvero quello che si fa in casa mia da tanti anni, ha un procedimento complesso ed è necessario rispettare dei tempi precisi, ma come dice un vecchio detto “Ciò che vale merita di essere atteso”.
Questo liquore, ve lo garantisco, ha il fascino di una pozione magica e, forse, un po’ magico lo è davvero. Per me, che da piccola ambivo a diventare una grande strega professionista, la preparazione del nocino è diventata un vero e proprio rito e tutti gli anni, all’avvicinarsi del giorno di San Giovanni Battista (24 giugno), inizio a controllare lo stato degli alberi di noce che trovo nei boschi, nei giardini degli amici, nelle campagne che circondano la mia città.
Perché proprio il giorno di San Giovanni? Mettetevi comodi perché ho una storia da raccontarvi…
Dice la tradizione che nella notte del solstizio d’estate, tra il 23 e il 24 giugno, la natura è al massimo del suo splendore ed è proprio in questa occasione che le streghe celebravano uno dei loro sabba, la festa di Litha, proprio nei pressi di un albero di noce. In questa notte le energie vengono incanalate dalla natura alle persone, e le noci raccolte in questo momento avranno particolari proprietà benefiche e curative.
Che ci crediate o no, a me l’idea di avere un appuntamento annuale con la natura piace particolarmente. Trovo che tutto ciò sia molto poetico e che trasudi fascino… il fascino delle generazioni passate che, in barba ai secoli, viaggia nel tempo intrecciandosi meravigliosamente con le nostre vite.
Miti e leggende a parte, questo particolare periodo dell’anno è adatto per la raccolta delle noci che vi serviranno per questo liquore poiché il mallo è integro e succoso, mentre il guscio della noce è ancora morbido e il seme assolutamente acerbo (è molto probabile che lo troviate molto chiaro e addirittura leggermente gelatinoso). Se la primavera è stata fredda e piovosa potete tranquillamente rimandare anche di un paio di settimane il raccolto.
Ma veniamo a noi e a questo liquore dal colore scuro come la notte (non a caso!), dal profumo suadente e dal sapore forte e inebriante.
Il Nocino, per esprimere al meglio tutte le proprie potenzialità, ha bisogno che gli venga dedicata una certa cura. Le fasi di lavorazione sono laboriose e i tempi sono decisamente lunghi, ma se amate preparare i liquori in casa sappiate che questo, in particolare, vi darà grandissime soddisfazioni.
Il consiglio che voglio darvi è di non scoraggiarvi e di armarvi di guanti di silicone per la lavorazione delle noci e del mallo sin dalla fase della raccolta. Ricordatevi che il liquido contenuto nel mallo tinge indelebilmente… anche i mobili!
Pubblico solo oggi questa ricetta (estremamente in ritardo sul calendario) perché a san Giovanni mi trovavo in Provenza con, neanche a dirlo, un grande noce fuori dalla porta di casa. Ora sono di nuovo a casa ed eccomi qui a dedicarmi a questo post, inserendo persino una fotografia di quello splendido albero.
Veniamo ora alla ricetta:
Ingredienti:
600 g di noci con il mallo ancora verde
2 l di alco a 95°
1,3 kg di zucchero bianco
la scorza di un limone bio (evitate la parte bianca)
1 stecca di cannella
4 chiodi di garofano
8,5 dl di un buon vino rosso corposo
Procedimento:
Lavate accuratamente le noci (magari colte proprio la notte di San Giovanni ), rompetele in 2, poi in 4 e poi in otto pezzi con un coltello a lama forte.
Mettete le noci in un grande vaso a chiusura ermetica, unite la scorza del limone , metà stecca di cannella, 2 chiodi di garofano e tutto l’alcol. Chiudete con cura.
Durante il giorno lasciate il vaso in un luogo ben soleggiato e ritiratelo la notte. Agitate il vaso, con tutto il suo contenuto, una volta al giorno. Ripetete queste operazioni per 40 giorni.
Il quarantunesimo giorno aprite il vaso, dividete la parte liquida (che, ovviamente, conserverete) da quella solida e frullate grossolanamente quest’ultima. Unite nuovamente il liquido con la parte frullata.
In una pentola versate il vino, aggiungete lo zucchero, i chiodi di garofano e la cannella rimaste. Fate uno sciroppo scaldando il tutto a fuoco bassissimo. Fate bollire per qualche minuto, poi spegnete il fuoco, mettete un coperchio e lasciate raffreddare perfettamente lo sciroppo. Una volta freddo aggiungetelo nel vaso con l’alcool e le noci frullate. Chiudete il vaso e agitatelo.
Lasciate macerare il tutto per 10 giorni, poi filtrate e imbottigliate il nocino.
Mettete le bottiglie in un luogo fresco, buio e dimenticatele per almeno 12 mesi.
Dopo tutto questo tempo (e questa pazienza) filtrate nuovamente il liquore che finalmente avrà raggiunto la giusta gradazione armonizzando i sapori degli ingredienti. Per questa operazione potrete aiutarvi o con della carta da filtro o, come consiglio solitamente, con i filtri che vengono solitamente utilizzate per le macchine del caffè americano.
Sono sicura che, se non altro per la dedizione che gli avrete dedicato, troverete questo nocino davvero speciale.
Che dite? Ci vediamo l’anno prossimo sotto un noce a san Giovanni?
Scherzi a parte, datemi retta: ne vale davvero la pena.
Francesca