Roberto Rinaldini che tiene una lezione sulla sua #tilovvoCAKE non potevo proprio perdermelo!
Fu così che, in una gelida e assolata giornata di fine gennaio, io e Simona partimmo alla volta di Milano con mille curiosità e tanta voglia di goderci una lezione di pasticceria tenuta da uno dei più grandi pastrychef del momento.
Roberto Rinaldini era proprio lì, dietro al bancone di una splendida cucina nello spazio espositivo COMPREX, in via Turati. Aspettava, con evidente sguardo dubbioso, il gruppetto di foodblogger (c’è chi le ama, c’è chi le odia e c’è chi le teme!), pronte a seguire i suoi gesti e le sue parole, a fotografare ogni scorcio e ogni piccola e brillante goccia di glassa, a fare mille domande e a postare sui vari social tutto ciò che sarebbe accaduto nel tempo che avremmo trascorso insieme.
Il tema dell’incontro, nonché la protagonista indiscussa dell’evento, è stata la torta di San Valentino ideata da Rinaldini: la scintillante, romantica e inevitabilmente rossissima #tilovvoCAKE. Splendida alla vista e assolutamente deliziosa al palato, questa torta a forma di tenero cuoricino si compone di più parti: pan di spagna alla mandorla, croccante al cioccolato, polpa di lamponi gelificata, bavarese cheesecake, crema leggera al frutto della passione e una glassa al lampone bella (e buona…) da togliere il fiato.
In due ore Roberto Rinaldini è riuscito ad illustrarci molto chiaramente ogni singolo passaggio per la realizzazione di queste parti e la successiva composizione del dolce. E’ riuscito a rapire totalmente la nostra attenzione, a renderci curiose riguardo processi e procedimenti che sanno più di magia che di pasticceria. Il suo sguardo dubbioso, alla fine, ha lasciato il posto a sorrisi divertiti, a tante chiacchiere e ad un’atmosfera decisamente rilassata.
Credo sia superfluo raccontarvi del silenzio improvvisamente calato al momento dell’assaggio del dolce, e di tutti gli ” Mmmmmmmm…” “Ohmmmioddiooo!” “Che meraviglia!” “Buonissima…” “Ahhh!!! Ma tu avevi anche il cioccolatino!” “Se ne può avere un’altra fettina?”… che ne sono seguiti subito dopo.
Conoscere Rinaldini e la sua sorridentissima moglie, avere la possibilità di imparare così tanto in poco tempo (in quel paio di orette ho capito che la pasticceria è decisamente questione di temperature!), assaggiare una bontà simile offerta direttamente da chi l’ha non solo ideata, ma che l’aveva realizzata poco prima sotto ai miei occhi, poter ammirare mani esperte che lavorano con movimenti sicuri e precisi a 30 cm da me è stata un’esperienza davvero splendida.
Mentre il Maestro porzionava l’ennesima #tilovvocake (saziarci non è stato così semplice…) gli ho chiesto: “Cosa si prova la prima volta che si realizza un dolce nuovo come questo? Dopo averlo pensato, preparato, messo a punto, ammirato in tutta la sua bellezza, dopo averlo anche assaggiato…”
La risposta è stata: “Che si poteva comunque fare meglio…”
Tra tutte le risposte che mi sarei aspettata, a dire la verità, questa non l’avevo minimamente presa in considerazione. Il particolare che più mi ha colpito mentre Rinaldini mi stupiva con questa risposta è stato il suo sguardo che, dopo un brevissimo attimo di silenzio alla fine della mia domanda, si è abbassato sul dolce e con un leggerissmo inarcamento delle sopracciglia ha accompagnato la frase. In quell’espressione e in quelle parole io ho letto tutta la sua devozione alla pasticceria, il rispetto dovuto ad un mestiere così complesso e ricco di storia, la profonda consapevolezza che l’umiltà è una qualità necessaria se si vuole fare davvero bene. In ogni campo.
Non mi resta che ringraziare Roberto Rinaldini e tutte le mie compagne foodblogger presenti all’evento per aver reso quella manciata di ore così divertente, ricca e indimenticabile. Chissà che non ci si riveda a Rimini prossimamente…
Francine
NB. ringrazio Chiara per la fotografia di copertina