Come promesso e con grande emozione, oggi vi mostro la mia focaccia con lievito madre, il mio lievito madre. Non prendetemi per pazza, ma sono tanto felice!
E’ tutto il giorno che me la ghigno sotto i baffi come una scemotta, gongolandomi soddisfatta per la riuscita della mia prima “focaccia fatta con il lievito madre” .
Il mio mostriciattolo funziona, evviva!!! E dire che ero così scettica, ma ecco a voi il risultato finale.
Eh sì, la differenza con il lievito di birra c’è e si vede: grandi occhiellature, consistenza elastica, morbida e leggera.
Non c’è soddisfazione più grande di fare le cose con le proprie manine… e questa focaccia l’ho fatta io (scusate, ora la smetto di crogiolarmi).
Comunque, se volete provare a farla anche voi questa è la ricettina.Premetto che per impastare gli ingredienti mi sono fatta dare una grande mano dalla mia adorata planetaria KitchenAid, battezzata CiccenAid da mio marito, ma se non l’avete potete impastare tranquillamente a mano, come facevano un tempo le nostre care nonne.
Ipotizzando di voler fare la focaccia per pranzo (come ho fatto io), vi consiglio di preparare l’impasto la sera prima (per esempio intorno alle 18.00). Il lievito madre, a differenza del lievito di birra, richiede tempi di lievitazione più lunghi, specialmente quando è ancora molto giovane (nel mio caso neonato), ma abbiate pazienza, con il tempo acquisterà sempre più forza riuscendo poi a lievitare bene in 2-3 ore.
Tempo di preparazione 10-15 minuti circa
Tempo di lievitazione 16 ore circa
Tempo di cottura 25 minuti
Ingredienti
100 gr di lievito madre
300 gr di farina 0 o 00
200 gr di farina manitoba
250 gr di acqua
7-8 gr di sale fino
olio d’oliva: 25 ml per l’impasto e q.b. per ungere la teglia e la focaccia
sale grosso q.b.
Procedimento
Miscelate i due tipi di farina e versateli nella ciotola della planetaria.
Sciogliete il lievito in poca acqua e aggiungetelo alla miscela di farine.
Azionate la planetaria a forza 1 e cominciate a impastare aggiungendo un altro poco di acqua. Quando il lievito risulterà ben protetto dalla farina aggiungete il sale (i batteri del lievito se a diretto contatto con il sale muoiono), l’olio e poco alla volta tutta l’acqua.
Aumentate la potenza a forza 2 e lavorate l’impasto fino a quando non risulterà ben incordato, ossia liscio, omogeneo ed elastico, per circa 10 minuti.
A questo punto, coprite la ciotola con della pellicola trasparente e lasciate riposare l’impasto ottenuto nel frigorifero tutta la notte.
L’indomani mattina, facciamo verso le 9.30, stendete l’impasto in una teglia unta di olio d’oliva e lasciatelo riposare, coperto con un panno umido, nel forno preriscaldato a 30° per circa 2-3 ore.
Mi raccomando, stendete l’impasto rigorosamente con le mani e senza l’uso del mattarello, non vorrete mica buttare via tutto il lavoro fatto dai batteri del lievito? Tanto l’impasto sarà talmente morbido e stanco (malleabile) che non farete assolutamente fatica.
Quando avrà raddoppiato il suo volume, cospargete la superficie con un velo di olio d’oliva, sale grosso e cuocete in forno a 250° (ovviamente, il forno deve essere preriscaldato alla massima potenza) in modalità statica, per 25 minuti.
Per i primi 10 minuti, cuocete la focaccia nella parte bassa del forno e, successivamente, spostate la teglia nella parte centrale fino al termine della sua cottura.
Una volta pronta sfornate la focaccia e gustatevela!
Perchè preferire il lievito madre al lievito di birra?
La differenza sta nei “batteri lattici“ che sono presenti nel lievito madre (o naturale) e non in quello di birra. La fermentazione di questi batteri lattici produce degli acidi organici, che durante la cottura generano numerose sostanze aromatizzanti, “migliorando così le caratteristiche organolettiche dei prodotti“, che acquistano un sapore leggermente acido e un profumo molto intenso e ricco. Inoltre, consentono una “maggiore lievitazione” grazie alla trasformazione delle proprietà del glutine, una “maggiore digeribilità“, data dalla trasformazione da parte di numerosi microrganismi delle sostanze più complesse in sostanze più semplici e, quindi, più facilmente assimilabili dal nostro organismo, e una “maggiore conservabilità” dei prodotti panificati, data da una maggiore acidità dell’impasto, che inibisce una gran parte delle muffe e dei microrganismi patogeni, e dall’azione dei batteri lattici eterofermentanti che generano l’enzima pullulanasi, il quale impedisce, durante il raffermamento, la formazione nell’amido dei legami tra le molecole di amilosio.
Che dire, LIEVITO MADRE 4EVER!
Jo
Con questa ricetta partecipo al contest La ricetta che devi provare di Timo e Maggiorana. Non si vince nulla, ma l’iniziativa di Ale mi piace un sacco, perchè le ricette partecipanti verranno raccolte in un pdf scaricabile gratuitamente e a disposizione di tutti.