La zuppa di cipolle e castagne con Gruyère DOP è la mia prima ricetta per il contest sui formaggi svizzeri di quest’anno #noiCHEESEamo , il cui tema è “Le ricette del cuore”.
Questa è una zuppa di cui ho sentito parlare quando avevo più o meno dieci anni e che nel cuore mi è rimasta davvero, sia per l’aneddoto che la vede protagonista, sia per la persona speciale che me ne aveva parlato.
La Signora Alba è stata la mia insegnante di pittura su porcellana. Io ero in quinta elementare quando mia zia Luisa mi regalò, un Natale, una valigetta piena di colori in polvere, essenze, spatole e pennelli. Il primo lavoretto che feci lo feci con il suo aiuto, e fu un porta cannelloni che regalai a mia mamma.
Cercare soggetti da dipingere nei libri di fiabe, mescolare i colori alle essenze, rendere colorata una superficie completamente bianca mi piaceva tantissimo, e fu così che chiesi di iscrivermi al corso della Signora Alba, insieme alla zia. Ero l’unica bambina in mezzo a una decina di donne che mi viziavano come se fossi la nipote di tutte.
Il corso durava due ore il lunedì sera e si svolgeva nella casa della Signora Alba, in una stanza al piano superiore rispetto al suo negozio di ceramiche e porcellane. Erano due ore meravigliose trascorse seduta ad un tavolo di legno scuro, ognuno con una lampada da tavolo puntata sul proprio lavoro. La casa che accoglieva le corsiste appariva immensa ai mie occhi di bimba. In passato l’edificio era stato un Hotel di posta, successivamente ristrutturato e adibito ad abitazione. Un’abitazione magnifica! Nel giardino, in cui si potevano notare ancora le tracce delle precedenti stalle per i cavalli dei clienti di quello che fu l’hotel (ora divenute dei garages), c’era un grande albero su cui il marito della Signora Alba aveva costruito, in gioventù, una casetta di legno per i figli. Forse è inutile spiegare quanto rimasi estasiata quando vidi quella casa su quell’albero!
In una sera d’inverno mio papà mi accompagnò come sempre al corso, ma quando arrivai scoprii che, per una particolare serie di circostanze, sarei stata l’unica corsista presente. Normalmente, in una situazione del genere, ogni tipo di corso avrebbe rimandato la lezione, ma la Signora Alba era comunque lì ad aspettarmi. “Tu sei venuta per dipingere, quindi noi dipingeremo”. Quella sera trascorsi le due ore nello studio della mia maestra e ricordo ogni cosa come se fosse successa ieri. Avremmo lavorato su un bancone molto alto per me, così la Signora Alba prese uno sgabello e ci sistemò dei cuscini per farmi arrivare ad una giusta altezza. Alle nostre spalle c’era una libreria immensa che ricopriva tutta la parete, piena di libri per bambini in tutte le lingue, tomi pesantissimi di acquerelli, libri di botanica, di ornitologia… alcuni rigorosamente con immagini dipinte, altri con fotografie che andassero a correggere le imprecisioni dei dipinti. Alba mi lasciò guardare tutti i libri che volevo, prima di iniziare ad armeggiare con colori e pennelli.
In quell’occasione chiacchierammo tantissimo. Io la riempivo di domande e lei mi raccontò tantissime cose. Sapevamo tutti, al corso, che il marito della Signora Alba era morto da qualche anno, ma lei ne parlava sempre al presente e quando lo faceva sorrideva con gli occhi che le brillavano. Ero piccola, ma questa cosa era evidentissima anche per me. Quella sera mi raccontò che durante la guerra lei e il suo Edo (così lo chiamava) partivano un paio di volte l’anno in bicicletta per andare a recuperare un po’ di viveri che non fossero controllati e distribuiti dal fascismo, secondo regole inaccettabili. Patate, cipolle e castagne erano gli alimenti principali che riuscivano a portare a casa dopo questi viaggi fatti fino al confine svizzero. Alba era nata e cresciuta in Svizzera, sapeva parlare perfettamente sia francese che tedesco e questa cosa, mi raccontò, le era servita parecchio in più di un’occasione in quel periodo.
La zuppa di cipolle e castagne, mi spiegò, era il piatto che preparavano una volta tornati, come se fosse un premio che si potevano finalmente concedere dopo il lungo, faticoso e rischioso viaggio.
A dieci anni, sinceramente, io non cucinavo ancora, ma lei era una donna fantastica e spiegava tutto con una precisione ed una calma che non ho mai più ritrovato in nessuno. Ecco quindi che, anche la ricetta della zuppa, ha finito per restarmi in mente.
Per il contest dei formaggi Svizzeri #noiCHEESEamo ho pensato di proporre questa ricetta che occupa un posticino particolarmente luminoso nei miei ricordi e nel mio cuore.
Questo post è un omaggio alla cara Signora Alba, per tutto quello che è riuscita a trasmettermi nel periodo in cui ho frequentato il suo corso, il suo negozio e la sua casa.
Preparando questa zuppa, mi è tornata la voglia di aprire la mia valigetta dei colori e, chissà, ricominciare un’attività tanto amata, ma tanto trascurata per troppi anni…
Ho scelto di personalizzare questa ricetta con il Gruyère DOP pernsando che, il gusto spiccato e assolutamente caratteristico di questo formaggio si abbinasse perfettamente alla semplicità degli ingredienti della zuppa e che la sua pasta liscia, compatta (visivamente e gustativamente così diversa dalla dolcezza e dai “buchi” dell’Emmmentaler) fosse particolarmente adatta ad una gratinatura di carattere. Sono sicura che anche Alba approverebbe!
Ingredienti per 2 persone:
150 g di Gruyère DOP
4 cipolle bionde di media grandezza
100 g di castagne lessate senza buccia
1 rametto di rosmarino fresco
4 dl di acqua bollente
1 noce di burro
sale e pepe qb
Procedimento:
Mettete a bollire l’acqua in un pentolino o in un bollitore elettrico.
Sciacquate e legate con dello spago il rametto di rosmarino fresco.
Tritate grossolanamente le castagne.
Sbucciate le cipolle e affettatele con un coltello affilato. Mentre svolgete questa operazione, bagnate frequentemente in acqua fredda la lama del coltello, in questo modo eviterete di far lacrimare copiosamente i vostri occhi.
Nella casseruola che userete per la zuppa (ricordatevi di sceglierne una totalmente in metallo o in coccio, in modo da poterla passare in forno nella fase finale della preparazione) mettete a sciogliere il burro fino a farlo sfrigolare leggermente.
A questo punto unite il rametto di rosmarino e le cipolle affettate.
Fate appassire le cipolle a fuoco medio. Quando inizieranno a diventare trasparenti salate e aggiungete le castagne.
Versate, sopra a tutti gli ingredienti già nella casseruola, l’acqua bollente.
Abbassate la fiamma, e lasciate sobbollire per circa trenta minuti.
Durante questa fase fate attenzione che la zuppa non si asciughi troppo.
A fine cottura assaggiate la parte liquida e, eventualmente, correggete di sale.
Spegnete la fiamma e lasciate riposare qualche minuto.
Grattugiate il Gruyère DOP.
Distribuite i trucioli di formaggio su tutta la superficie della zuppa, spolverate leggermente con un po’ di pepe macinato e infornate, in forno ventilato già caldo, a 180°.
Fate gratinare per una decina di minuti, estraete dal forno, porzionate (fate attenzione alla casseruola caldissima!) e servite.
Nb. Potete porzionare la zuppa dalla casseruola una volta uscita dal forno oppure, per comodità, potete distribuire la zuppa in più cocotte prima di coprirla di Gruyère, infornare tante cocotte quanti sono i commensali e servire poi delle monoporzioni.
Francine
Testo: Francesca Riva
Photo: Giovanna Hoang
Realizzazione della ricetta e food styling: Francesca Riva e Giovanna Hoang
Con questa ricetta partecipiamo al contest sui formaggi svizzeri che si svolge in collaborazione con il blog Peperoni e Patate e Formaggi della Svizzera
Ho le lacrime agli occhi a leggere i tuoi ricordi… la tua dolcezza di bambina, la tenerezza della signora Alba nel suo amorevole insegnarti. E questo racconto di amore e di impegno per gli altri, insieme al suo Edo, in un momento storico tanto pericoloso e delicato.
Tutti ingredienti deliziosi per una ricetta che segna davvero nel cuore.
Ti stringo, dolcissima Francy
Cara la mia bella Marghe, sei una delle creature più sensibili che io conosca! Sono sicura che se avessi conosciuto la Signora Alba l’avresti adorata anche tu! Un bacissimo… e al nostro prossimo scambio di aneddoti 🙂
F*
Un racconto dolcissimo e una ricetta perfetta, che scalda il cuore. Complimenti per tutto! Un abbraccio
Erika, sei sempre così carina! Devo dirti che dei tanti post scritti fino ad ora questo è forse quello che, più di altri, mi ha fatto tenere il sorriso per tutto il tempo in cui sono rimasta a far correre le dita sulla tastiera. Certi ricordi riaccendono sempre scintille luminose! Grazie per essere passata di nuovo a trovarci <3
F*
buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mi ci tifferei dentro Franci!!!!
Simo, verrai a pranzo da me un giorno e una bella zuppetta fumante e filante sarà lì ad aspettarti 😉
F*